"We are now living in a G-Zero world, one in which no single country or bloc of countries has the political and economic leverage - or the will - to drive a truly international agenda. The result will be intensified conflict on the international stage over vitally important issue, such international macroeconomic coordination, financial regulatory reform, trade policy, and climate change.This new order has far-reaching implications... waiting for the current era of political end economic uncertain to pass. Many of them can expect an extended wait."

Iann Bremmer and Nouriel Roubini
"A G-Zero world" - Foreign Affairs - March/April 2011



giovedì 1 novembre 2012

Gli USA sono preoccupati per il rallentamento economico della Cina

Le preoccupazioni degli USA sul rallentamento economico della Cina sono apparse evidenti lo scorso agosto con l'analisi della Federal Reserve di Dallas che presentava la possibilità che il procedere sempre più lento della crescita economica in Cina in realtà fosse ben maggiore (4-5%) di quanto le cifre ufficiali mostravano (7,6%). Non era per la prima volta che si esprimevano dubbi sulla obiettivita' dei dati statistici di fonte cinese. Sempre gli americani avevano evidenziato più o meno gli stessi dubbi già alla fine del 2009, quando apparve prossima l'uscita uscita dal tunnel della crisi. Si accumulano, intanto le osservazioni ai commenti che vedono in prospettiva la continuazione di una crescita stellare della Cina.
Le preoccupazioni che il Financial Times commenta con un articolo di ieri, sono di tipo diverso. Non sembra esserci traccia di volonta' competitiva, nessuna invidia verso il principale "concorrente", quanto piuttosto la partecipazione ad un dubbio che e' preso in considerazione dagli stessi analisti cinesi, e cioe' che la ristrutturazione non solo del sistema economico, ma anche di quello politico, necessaria se si vuole garantire all'Impero di mezzo un futuro da super potenza sostenuta da una classe media collaborativa, possa non essere a portata di mano della nuova compagine governativa chiamata fra una settimana a gestire la seconda economia del pianeta. Per gli americani e' un po' come guardarsi allo specchio.

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