"We are now living in a G-Zero world, one in which no single country or bloc of countries has the political and economic leverage - or the will - to drive a truly international agenda. The result will be intensified conflict on the international stage over vitally important issue, such international macroeconomic coordination, financial regulatory reform, trade policy, and climate change.This new order has far-reaching implications... waiting for the current era of political end economic uncertain to pass. Many of them can expect an extended wait."

Iann Bremmer and Nouriel Roubini
"A G-Zero world" - Foreign Affairs - March/April 2011



venerdì 7 settembre 2012

Gas israeliano: uno strumento di pace?

Sin dalla scoperta del giacimento "Leviathan" al largo delle coste di israeliane nel 2010 - che inseriva Israele nella classifica dei paesi con le principali riserve di gas del mondo, spalla a spalla con la Libia - molte sono state le discussioni all'interno dell paese, e non solo, su come utilizzare tale "manna dal paradiso", come ebbe a definirla l'allora primo ministro Benjamin Netanyahu.
A Luglio il quotidiano Haaretz aveva  quasi liquidato la possibilità che si potesse pensare ad un uso delle nuove ingenti risorse energetiche in chiave di nuovo strumento nei confronti dei paesi limistrofi, escludendo che ci fossero disponibilità sufficienti per usi diversi dal consumo interno. Più recenti considerazioni del ministro israelianio dell'energia, Uzi Landau, riportate da un articolo apparso di recente sul Financial Times, sembrano essere invece di segno opposto. Il ministro parla esplicitamente della possibilità di fare del gas naturale nascosto nei fondali marini antistanti il proprio paese uno strumento di dialogo e coesistenza con la Giordania ed i territori palestinesi.

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